Leopardi. L’infinito

Elaborazione di Mario Rotta. Sotto il cielo delle Marche [2010]
Leopardi, l'infinito

3 Commentsto Leopardi. L’infinito

  1. […] This post was mentioned on Twitter by Mario Rotta, Emanuela Zibordi. Emanuela Zibordi said: RT @mrxibis: Leopardi. L’infinito http://t.co/LhA83Km via @en […]

  2. Un’opera molto interessante; vi si legge lo stesso Infinito, ma trasposto in dilatazione spazio-temporale anche visivamente rappresentata.
    Il cielo delle Marche, che ben conosco, è leopardiano per eccellenza, così come lo sono le sue opprimenti giornate brumose e le sue potenti stellate notturne (dove ancora è possibile apprezzarle).
    Noto, se posso, come Leopardi “regga” benissimo anche una elaborazione grafica fatta espandendo-dilatando le sue parole.
    Sembra quasi che stiano scendendo nella sua mente per trasformarsi in scrittura.
    La lettera “e” centrale ed in evidenza: mi suggerisce una interpretazione di aggancio, tra infiniti spazi, silenzi, quiete e noi.
    Come sempre accade quando si interpreta una proposta artistica il lettore (in questo caso io) potrebbe aver tracimato o frainteso: rischio che ha corso Giacomo medesimo :-) e spero di non aver fatto troppo danno.

  3. Molto interessante la centralità della congiunzione “e” per le altre parole della poesia.
    Aiuta a configurare il QUI e ORA nella nostra lettura con la stessa durata dell’esperienza di scrittura.