Riflessioni e sperimentazioni sulle tecnologie della comunicazione e della conoscenza, sull'evoluzione dei libri e sulle metamorfosi della lettura (da un'idea di Mario Rotta)
[…] This post was mentioned on Twitter by Mario Rotta, Emanuela Zibordi. Emanuela Zibordi said: RT @mrxibis: Leopardi. L’infinito http://t.co/LhA83Km via @en […]
Un’opera molto interessante; vi si legge lo stesso Infinito, ma trasposto in dilatazione spazio-temporale anche visivamente rappresentata.
Il cielo delle Marche, che ben conosco, è leopardiano per eccellenza, così come lo sono le sue opprimenti giornate brumose e le sue potenti stellate notturne (dove ancora è possibile apprezzarle).
Noto, se posso, come Leopardi “regga” benissimo anche una elaborazione grafica fatta espandendo-dilatando le sue parole.
Sembra quasi che stiano scendendo nella sua mente per trasformarsi in scrittura.
La lettera “e” centrale ed in evidenza: mi suggerisce una interpretazione di aggancio, tra infiniti spazi, silenzi, quiete e noi.
Come sempre accade quando si interpreta una proposta artistica il lettore (in questo caso io) potrebbe aver tracimato o frainteso: rischio che ha corso Giacomo medesimo :-) e spero di non aver fatto troppo danno.
Molto interessante la centralità della congiunzione “e” per le altre parole della poesia.
Aiuta a configurare il QUI e ORA nella nostra lettura con la stessa durata dell’esperienza di scrittura.
[…] This post was mentioned on Twitter by Mario Rotta, Emanuela Zibordi. Emanuela Zibordi said: RT @mrxibis: Leopardi. L’infinito http://t.co/LhA83Km via @en […]
Un’opera molto interessante; vi si legge lo stesso Infinito, ma trasposto in dilatazione spazio-temporale anche visivamente rappresentata.
Il cielo delle Marche, che ben conosco, è leopardiano per eccellenza, così come lo sono le sue opprimenti giornate brumose e le sue potenti stellate notturne (dove ancora è possibile apprezzarle).
Noto, se posso, come Leopardi “regga” benissimo anche una elaborazione grafica fatta espandendo-dilatando le sue parole.
Sembra quasi che stiano scendendo nella sua mente per trasformarsi in scrittura.
La lettera “e” centrale ed in evidenza: mi suggerisce una interpretazione di aggancio, tra infiniti spazi, silenzi, quiete e noi.
Come sempre accade quando si interpreta una proposta artistica il lettore (in questo caso io) potrebbe aver tracimato o frainteso: rischio che ha corso Giacomo medesimo :-) e spero di non aver fatto troppo danno.
Molto interessante la centralità della congiunzione “e” per le altre parole della poesia.
Aiuta a configurare il QUI e ORA nella nostra lettura con la stessa durata dell’esperienza di scrittura.