Shakespeare

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Shakespeare in WordPress

The Plays’ The Thing, Reading Shakespeare with Dennis Abrams. The Publishing Perspectives Group.
Wordpress Blog, XHTML + inserti multimediali, EN

Ecco un esempio interessante di come si possa partire da un’idea e da uno strumento relativamente semplici per introdurre nello scenario dell’editoria digitale modalità di lettura e forme di interpretazione del testo aperte alla complessità dei significati. In questo caso una voce critica ripropone stralci di Shakespeare in forma di blog, trasformando ogni post in un contenitore di materiali, apparati e punti di vista, ovviamente aperto a tutti coloro che vogliono commentare e integrare. Di fatto si tratta di un esperimento di drammatizzazione virtuale e di social reading allo stesso tempo, o forse dell’evoluzione stessa del social reading: dove quello che conta non è più la piattaforma utilizzata ma la condivisione e la comprensione del testo in quanto tali, con tutte le implicazioni che questo approccio comporta sia in ambito didattico, che per uno studioso o un appassionato di teatro. Insomma, per dirla parafrasando le parole dello stesso Shakespeare: ci sono più cose in un ambiente come questo, Orazio, di quante non ne comprenda la tua filosofia…

[segnalato da: Mario Rotta, ottobre 2012]

Open Shakespeare

Open Shakespeare. The marriage of text and technology. Raccolta di testi digitali, materiali e strumenti critici a cura di Open Knowledge Foundation (editor: Rufus Pollock, Iain Emsley, Jonathan Gray, Colette Sensier, James Harriman-Smith, Jack Belloli, Emma Mustich, Nika Engberg, Adam Green, Arabella Milbank, Lottie Fenby, Rachel Thorpe, Hazel Wilkinson).
HTML +altri formati, EN

Non si tratta propriamente di un eBook ma di un’intera raccolta di testi e molto altro ancora: il nucleo originario del progetto sono le edizioni digitali delle opere di Shakespeare “annotate” dai curatori e annotabili/integrabili da parte degli stessi utenti. In pratica, si parte dal testo per sviluppare una sorta di ipertesto in progress, in continua evoluzione (secondo quanto dichiarato dai responsabili della OKF) grazie a una serie di “tools for annotating, comparing, searching, and analysing texts – whose code will be open, and encourage reusability in line with the Four Principles of Open Knowledge Development“. Insomma, testi digitali impeccabili, apparato critico dinamico e nessun limite di utilizzo (Creative Commons): un modello da seguire; e un esempio di cosa si può e si dovrebbe fare nell’epoca della riproducibilità digitale con tutto ciò che rappresenta un patrimonio per l’umanità.

[segnalato da: Mario Rotta, febbraio 2011]